Non solo dichiarazioni dei redditi e bilanci. I commercialisti sanno anche divertirsi, tanto che mercoledì prossimo la sezione estense dell’Associazione Nazionale commercialisti ha organizzato una festa al College, a partire dalle 19.30, per i 25 anni di attività dell’associazione di categoria. Una realtà che, negli anni, ha aumentato esponenzialmente gli iscritti portandoli a quota 350. Dal 1998, a guidare l’associazione, è Alberto Carion con il quale – anche in vista dell’appuntamento di mercoledì che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del presidente nazionale di Anc, Marco Cuchel – abbiamo fatto una chiacchierata anche per capire cosa aspettarci dalla riforma fiscale di cui si parla nelle ultime settimane.
Presidente Carion, la scorsa settimana Anc ha organizzato un webinar formativo dedicato alle nuove scadenze fiscali e alla riforma. Che cosa devono aspettarsi i contribuenti?
"Partiamo col dire che il nostro impegno è finalizzato a partecipare alla stesura complessiva della riforma fiscale. Da ciò che abbiamo letto nella legge delega, onestamente constatiamo con favore che alcune delle nostre istanze sono state ascoltate. La strada, tuttavia, è ancora lunga da percorrere. Dagli interventi sulle aliquote, agli scaglioni irpef, fino all’acconto rateizzabile".
Scendiamo nel dettaglio partendo dagli scaglioni Irpef.
"L’intervento contenuto nella Delega è finalizzato a ridurre gli scaglioni da quattro (attuali) a tre. In realtà, nel medio termine, è quello di portare l’impianto fiscale ad avere uno scaglione unico. Per quanto riguarda l’acconto e il saldo irpef di novembre, la novità importante è legata alla possibilità, per i contribuenti, di rateizzare l’importo dovuto".
Quali i benefici per i lavoratori dipendenti?
"Il punto più importante è legato alla detassazione delle tredicesime e alle agevolazioni previste sugli straordinari. Non solo. L’ipotesi allo studio è quella di una profonda revisione anche nell’applicazione dell’iva. La direzione sembra essere quella di esentare i prodotti di prima necessità, a fronte di inflazione e carovita, dall’iva. Sarebbe un passo avanti importante. Al di là di questi aspetti, più sul piano tecnico mi sento di rimarcare l’esigenza di un riordino della disciplina dei testi unici e dei decreti attuativi affinché la riforma venga effettivamente applicata".
Venticinque anni fa lei assumeva la presidenza di Anc. Cosa è cambiato, in un quarto di secolo, nella professione del commercialista a Ferrara e non solo?
"Ci sarebbe probabilmente da scrivere un libro. Battute a parte, il mestiere è mutato specie sul versante della qualità della vita dei professionisti. Siamo, continuamente, soggetti a ottemperare a scadenze che possono subire variazioni repentine. In questo modo è difficile la programmazione dell’attività professionale. E in questo contesto a rimetterci sono, oltre ai professionisti, anche i clienti".
Ci sono giovani laureati che si affacciano alla professione?
"No, la professione ha progressivamente perso appeal anche in ragione del fatto che fornisce molte meno garanzie anche economiche rispetto al passato".